Per arrivare il corso Colombo in auto devi passare davanti a due negozi, che in qualche modo restituiscono l’immagine della Sestri d’oggi. Nel primo scorgi oltre il vetro della sontuosa vetrina tacchi a spillo rosso fuoco e borse di Prada, nell’altro che gli sta accanto galosce verdi per andare nell’orto e scarpe da ginnastica sottomarca esposte su uno scaffaletto nel marciapiede. Magnificenza e sobrietà divise da una striscia di muro, due mondi che condividono solo il pavimento davanti all’entrata. Cento metri più avanti Valentina Ghio sta presentando la lista “la Sestri che vogliamo” nel point elettorale stretto tra bar e ristorante. Sono cittadini che hanno «identificato in Valentina Ghio il candidato che può dare voce al nostro desiderio di rinnovare Sestri, partendo da una nuova visione dell’attività amministrativa imperniata su trasparenza, partecipazione e novità». Lo leggi nella cartelletta stampa consegnata ai giornalisti. Un concetto chiaro, come l’offerta di «mettere le proprie conoscenze e competenze a disposizione di un serio progetto di rinnovamento della città». Paiono frasi estrapolate da un volantino di un’opposizione che accusi senza sbilanciarsi troppo la maggioranza d’aver fatto passare ben alla larga da Palazzo Fascie «trasparenza» e «partecipazione». E invece no, il testo è distribuito dall’addetto stampa della Ghio con elegante nonchalance. I civici sostenitori del candidato dicono inoltre che «E’ necessario scardinare una vecchia logica, asfittica e bloccata, della politica in mano a pochi». Sembrano un po’ parlare a nuora (la Ghio) perché suocera (il Pd) intenda. Ed in effetti nella lista “la Sestri che vogliamo” nessuno è iscritto ai partiti, gente che «in larga parte non ha mai fatto politica attivamente», tengono a sottolineare. Valentina Ghio presenta i candidati al consiglio comunale uno ad uno, leggendo per ognuno un breve profilo. Loro, componenti della lista, ascoltano con l’emozione del primo giorno. Tutti tranne uno, Pietro Gianelli, capogruppo di “Gente di Sestri”, consigliere comunale di maggioranza nell’uscente legislatura. Lui è meno rigido, parla da over. «E allora Gianelli, trasparenza e rinnovamento prima non c’erano?». Scuote la testa, tira un sospiro, si aggiusta il bavero del giubbino primaverile. Poi ricorda quando in Comune un dirigente tolse dal sito internet municipale l’archivio delle delibere in ottemperanza ad una sentenza giudiziaria. Un modo di scaricare sui funzionari (proteggendo il livello politico) l’eventuale mancanza di trasparenza, che resta senza paternità. Gianelli non tradisce, ma gli occhi rivelano un non detto appena trattenuto dalla barba bianca. Fuori dal point le macchine sono incolonnate, Sestri vive il prologo dell’estiva vitalità dopo una Pasqua all’acqua. Nonostante l’ufficio del turismo gestito dalla Provincia sia incredibilmente chiuso, mentre in spiaggia famiglie di milanesi sganasciano già panini con il viso rivolto al sole di mezzogiorno. Serrande chiuse allo iat, per cercare un alloggio conviene aprire lo smartphone e far da sé. Tradizione e innovazione convivono, un po’ come i sandali di Prada e le galosce per l’orto.
lPod
I candidati della lista sono
Mauro Battilana
Ilaria Calani
Angela Cascioni
Marta Chiappara
Marco Coriandolo
Alessandro Dentone
Eugenio Fulle
Andrea Garibotto
Pietro Gianelli
Serena Giraud
Diego Goatelli
Massimo Lerici
Daniela Mangini
Monica Marcenaro
Francesca Noceti
Patrizia Pascaglia
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.