SESTRI LEVANTE-Allora vale tutto. In questa campagna elettorale per le comunali 2013 si assiste ad un’esibizione di acrobazie dialettiche degne dei trapezisti sotto il tendone a strisce bianche e rosse. La spregiudicatezza comportamentale dei protagonisti delle prossime amministrative appare provocatoria, le licenze verbali che ammanniscono candidati sindaco, aspiranti consiglieri comunali e personalità comunque invischiate nelle elezioni sono sull’orlo della decenza. L’ultima irritante disquisizione politico-amministrativa è stata pubblicata ieri sul Secolo XIX: l’ex parlamentare e sindaco Mario Chella accusa il successore Andrea Lavarello di aver cementificato Sestri. Chella, l’uomo che convertì le aree produttive della tubifera proletaria in uno sterile presepe per alloggi seriali appannaggio della borghesia speculativa non solo cittadina. Ma anche il maggiore promotore di un progetto nell’area portuale – poi bocciato via referendum dai cittadini nonostante il neo sindaco Lavarello presentò un piano calmierato rispetto alle colate di calcestruzzo avallate da Chella- che avrebbe cambiato i connotati della baia. Ora l’onorevole strizza l’occhio al faccione di Massimo Sivori e sprofonda il ticket degli ex figli politicamente adottivi Lavarello e Ghio. Ma il punto non è l’oggetto del contendere, il punto è il pulpito da cui santifica Super Mario. Perché che il baffuto sindaco abbia concesso nel corso degli ultimi due lustri titoli edilizi un po’ troppo allegramente lo pensa con ogni probabilità anche la candidata del Piddì, tant’è vero che all’inizio della campagna elettorale s’era affrettata a dire che a Sestri si è costruito troppo. Ora però la Ghio fa tutto per guardare (e fra guardare) avanti, come se la giunta di cui fa ancora parte – quella per dire s’è giocata l’assessore all’urbanistica Anna Monti – non fosse più affar suo. Con serafica nonchalance le liste civiche che la sostengono chiedono trasparenza e cambiamento proprio a lei, rappresentante del gruppo dirigente che ha guidato la cittadina fino ad oggi. Della faccia tosta di Rossignotti s’è appena scritto su queste pagine. Come un Noè obnubilato dalla panna montata imbarca un politico dopo l’altro sull’arca che annuncia rigorosamente civica. Tutti dentro, da ex rifondaroli ad ex fiuggini. Mancano solo i due leocorni, che potrebbero spuntare da un bignè a ridosso del voto. Per non dire di Massimo Sivori, che annuncia un movimento lontano dai partiti ma fotocopia il simbolo del Pdl con il cielo azzurro e le strisce tricolori perchè Silvio comunque c’è. Che mette capolista il pidiellino Marco Conti, che piazza il capogruppo Pdl Gianteo Bordero in consiglio comunale tra i 16 candidati, che si affida al leghista Albino Armanino per raschiare il barile dell’elettorato che del Trota s’è fatto due Maroni. Resta il grillino Martino Tassano, soggetto tuttora piuttosto misterioso. Il ballottaggio dirà.
lPod
La Ghio sta cercando di portare avanti l’operazione ricostruzione verginità, (…).. da ragazza delle pari opportunità, vuol andar a far la tenutaria del bordello cementifico sestrese!
Il mistero del Tassano è facile da spiegare, è vergine di politica, è parte di quella società civile schifata da questi maneggioni sestrini.. ha quel mistero dell’onesta che risulta oscuro ai più.