LAVAGNA-L’agitatore delle coscienza è il gruppo consiliare di minoranza Ripartiamo da Lavagna. Sebbene Claudio Vergano (area Pdl) si affretti a dire che la contrarietà all’opera «non ha alcuna valenza politica», il desiderio è presentare all’opinione pubblica «l’ampio ed assolutamente trasversale panorama di coloro che esprimono doverosi dubbi e gravi preoccupazioni su questo progetto». Alla battaglia anti colmata partecipano associazioni ambientaliste, M5S, Partecipattiva «ed esponenti di vari partiti che si sono riuniti, senza simboli, davanti al Depuratore esistente». L’obiettivo dichiarato è mostrare ai cittadini «una delle tante alternative, quella di adattare l’impianto esistente alle nuove normative con un elevatissimo risparmio di soldi, tempo e iter burocratico». Il gruppo impiantisticamente barricadero (in verità molto politico) intende evidenziare «le numerose incongruenze ed inesattezze» con le quali i fautori del progetto, IREN, Regione (assessore Briano), Provincia (commissario straordinario Fossati) e Comune di Lavagna (sindaco Vaccarezza), «hanno bombardato i cittadini attraverso i media». Il fronte avverso al depuratore in colmata contesta che la soluzione di un depuratore unico sia la più economica. «Nel frattempo il costo iniziale dichiarato è lievitato in pochi mesi da 58 milioni ad 80 milioni». Una simile cifra comprende non solo il depuratore in sé, «peraltro molto sovradimensionato rispetto all’utenza prevista», ma anche la costruzione della colmata ed il collettore tra Sestri e Lavagna. «Con 80 milioni si possono costruire comodamente due depuratori come quello di Rapallo (90.000 Abitanti Equivalenti) eliminando la necessità di realizzare una colmata e un collettore», impianti che sarebbero inevitabilmente esposti agli sconquassi delle mareggiate. «Tale soluzione consentirebbe di superare il falso problema per cui Sestri Levante non ha trovato aree idonee, visto che un depuratore sufficiente per la Val Petronio sarebbe notevolmente più piccolo». Falso problema anche le minacciate sanzioni. Lavagna, Cogorno, Sestri Levante, Casarza Ligure e Castiglione Chiavarese sono inseriti – spiegano i detrattori della colmata – in una procedura di precontenzioso che precede, anche di anni, un’eventuale condanna con conseguenti sanzioni. «Ciò nonostante queste sanzioni vengono continuamente sbandierate facendo di tutta l’erba un fascio». Quanto allo studio di fattibilità prodotto da “Sviluppo Genova” si tratterebbe di «70 paginette di copia incolla dava come fattibile la colmata senza però indicare nessun parere autorevole ed indipendente». E lo studio elaborato dall’ing. La Barbera e commissionato da IREN , principale fautore del progetto? «Si limitava alla sola foce ed ignorava completamente il Bacino Idrogeologico dell’Entella». Carte da destinare a miglior uso, restando in tema.
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“Una cosa dannosa se costa meno, anche molto meno, è sempre troppo per i cittadini”, ebbe a dire giorni or sono il “saggio” di fiducia del Presidente della Repubblica, Prof. Gaetano Quagliariello.
La citazione pare proprio scolpire il caso che qui occupa.
Infatti la Pubblica Amministrazione, oramai allo stremo delle energie, assediata com’è dagli ottimati del no alla Colmata, pare rifugiarsi nell’ultima trincea ancora inespugnata lanciando – eroicamente dobbiamo riconoscerlo – la stampella del “costa troppo”.
Con ciò tentando di risvegliare la sonnacchiosa pancia dell’ancora in gran parte incredulo ed attonito uditorio, oggi rivelatosi, fortunatamente, voglioso di riguadagnare quanto prima il tempo perduto, affamato com’è di sempre maggiori notizie attendibili sui fatti e le “carte” che li rappresentano.
Tale manovra della P.A. non sembra, tuttavia, destinata ad andare a buon fine dal momento che, con felice scelta di tempo, il documento no colmata in discussione, rifatti i conti, si è premurato di dimostrare l’esatto contrario.
Probabilmente la P.A. nella foga bulimica, figlia della faraonica vision delle Grandi Opere, che ben si addice al Deserto Egiziano ma non certo alla fragile e preziosa Riviera Ligure, è stata troppo precipitosa nel calare in anticipo l’asso (apparente) del costo.
E pertanto non potrà che male incoglierne perchè, ripeto con il “saggio” Quagliariello, una cosa dannosa – e i depuratori sono per definizione strutture antiigieniche che divengono altresì dannose se collocate in aree improprie, addirittura da rubare al mare, come si vorrebbe, se è vero che lo stesso Sindaco di Lavagna non avrebbe recentemente esitato ad attribuire i disastri delle mareggiate del 2011 alle modifiche poco prima apportate alla diga foranea – una cosa dannosa, dicevo, se costa meno, anche molto meno, è sempre troppo per i cittadini.
E questo non sarebbe certo esempio di buon governo.
Cosa che comunque non riguarderebbe il caso in questione dal momento che la soluzione proposta dai “No Colmata”, e cioè di dare semplicemente attuazione al da tempo esistente progetto di adeguamento dell’attuale depuratore, oltre che essere un’opera di molto minore impatto ambientale costerebbe, per incidens, anche meno, come dimostrato nel sopracitato documento.
Auspico pertanto che senza ulteriori indugi, forieri di perdite di tempo prezioso, in attuazione di una più consapevole politica del “mantenere” piuttosto che dell’oramai desueta, perchè non più sostenibile, politica dell'”aggiungere”, le Pubbliche Amministrazioni coinvolte nella controversa questione si determinino a rivedere pragmaticamente i propri sovradimensionati, utopici e finanche prevedibilmente dannosi Piani e Progetti.
Piani e Progetti in evidente controtendenza rispetto ai veri bisogni dei cittadini, globalmente considerati, e quindi, in definitiva, Piani e Progetti in buona parte confliggenti con la finalità dell’ interesse pubblico nel suo più genuino significato.
Depuratore, colmata. Dopo 10 anni siamo al punto di partenza. Del tubo pieno di liquami dal diametro di circa 90 cm lungo la passeggiata ho espresso serie preoccupazioni. Ho fatto presente che mareggiate hanno messo i serio pericolo la ferrovia.
Si continua a predicare il risparmio dell’acqua per garantirla alle generazioni future ma mi pare che il progettato depuratore non sia in grado di recuperare nemmeno un litro di acqua ma sento parlare di impianti che possono recuparare il 70% dell’acqua cogenerando elettricità, gas e fertilizzanti.
Indubbiamente è una protesta politica nel senso più ampio e civile del termine, la Polis cui tutti dovremmo fare riferimento, e che mi è stata ricordata proprio da alcuni amici durante la manifestazione, ma non è certamente partitica.
Forse per maggior chiarezza avrei dovuto sottolineare “No simboli Partiti”, la cosa sarebbe stati più chiara.
Del resto non è colpa nostra se gli amministratori di Regione, Provincia e Comune fanno parte del medesimo schieramento politico. Come del resto fa parte del medesimo schieramento il portavoce di IREN sig. Seggi, che le ricordo è stato assessore della giunta Pericu. Come pure ne fa parte l’amministrazione di Sestri Levante, principale beneficiario di tutta l’operazione apprarentemente a costo zero per i loro cittadini .
Semmai sarebbe il caso di analizzare il perchè di questa palese “catene di comando” che traina il demenziale progetto della Colmata.
Se i tanti convenuti non fossero stati convinti della onestà del nostro comune proposito penso proprio che NON ci avrebbero messo la faccia ed avrei collezionato tanti di quei v….a che manco Grillo sparerebbe in un suo comizio.
Capisco che sia stupito che persone dichiaratamente di centro destra si facciano promotori di simili iniziative, ma vorrei ricordare che il buon senso ed il rispetto per il proprio territorio non hanno bandiera o colore e che l’attenzione all’ambiente, come ha dimostrato la pessima gestione qua in Liguria, non è ne di destra ne di sinistra.
Sottolineo che non si tratta neanche di NIMBY visto che a più riprese molti, se non tutti coloro che avversano la colmata, hanno stigmatizzato l’aspetto più assurdo del progetto, ovvero il collettamento da Sestri ma non l’ubicazione a Lavagna SENZA COLMATA. Sono fermamente convinto che se IREN e Regione avessero proposto un depuratore, senza Colmata, per tutto il bacino idrogeologico dell’Entella, magari ubicato nel porto od in altra area, ben pochi si sarebbero opposti, io per primo.
Lo ripeto, il problema non è assolutamente il depuratore ma la colmata che, voglio ricordarlo, alcuni anni fa doveva essere costruita non per il depuratore ma per i cantieri di Sestri.
Le possibili spiegazioni, a mio parere, sono due:
1 – La colmata è un fine e non strumento, vuoi per speculazioni, o per scarico di inerti o presunti tali, smarino e quant’altro, quindi per scopi poco chiari o che non si possono dichiarare pubblicamente.
2 – In regione Burlando ed i suoi sapevano fin dal primo giorno che lo scopo vero era il depuratore quindi hanno mentito ai cittadini.
Anche questa è politica ma del tipo peggiore, di un tipo nettamente di verso da quello che è stato espresso il 24 davanti al depuratore di Lavagna.
Esistono numerosi studi di Enti qualificati che attestano che l’erosione del nostro litorale è dovuta alle opere fatte dall’uomo e che i continui ripascimenti di questi ultimi decenni non sono nemmeno in grado di fermarla. La stessa Regione recentemente ha approvato alla unanimità un documento nel quale si prevedono solo dei ripascimenti nella zona tra Chiavari e S. Levante. La colmata quindi non rientra fra le opere che si possono realizzare al fine di salvaguardare il litorale . A peggiorare la situazione è che il rapascimento delle spiagge viene effettuato da anni ,a costo Km zero , prelevando la sabbia proprio dove vorrebbero fare la colmata . Si parla di 20.000/30.000 M3 anno che dovrebbero essere prelevati probabilmente dal Po con un costo che saranno i cittadini a pagare . Questa non è politica, ma una considerazione basata su documenti esistenti elaborati al fine di salvaguardare il litorale. Il mare è capriccioso e le anomalie legate anche ai cambi cimatici ( vedi ultime mareggiate) e non ci sarà nessun studio in grado di affermare con certezza che non ci saranno dei danni con la colmata (ina).
A proposito di erosione proprio il Sindaco Vaccarezza, circa un’anno fa, in occasione dei disastrosi effetti di una mareggiata diede la colpa alla modifica della diga foranea. Come può ora affermare, in base agli studi di IREN, che una colmata non causerebbe altrettanti problemi.
Mi faccio portavoce di gran parte dell’uditorio – oramai risvegliatosi, incredulo ed attonito, dal suo sonno letargico – per chiedere, con la dovuta cortesia, all’ottimate Leonardo di esaminare l’opportunità di dare maggiore concretezza ed attendibilità al suo ottimo dire integrandolo con la citazione delle fonti del suo sapere.
Suvvia si può fare: si tratta di un semplice elenco, a mo’ di bibliografia, con i necessari riferimenti se si tratta di documenti rinvenibili sul web.
In attesa, ringrazio anticipatamente anche a nome di quant’altri sanno di non sapere.
I documenti sono molti e non è possibile elencarli tutti , almeno in un singolo intervento
Quello sotto riportato è l’ultimo e tiene conto di tutti i documenti elaborati in molti anni di lunghe e costose ricerche e studi a livello anche nazionale .
Allego il link della Regione dal quale risulta ufficialmente che la Regione Liguria ha approvato il 25 Settembre 2012 il documento sopra citato http://www.regione.liguria.it/focus-errelle/item/34253-in-consiglio.html.
Piano di tutela dell’ambiente marino e costiero del Golfo del Tigullio, della Baia del Silenzio e di Riva Trigoso
All’unanimità è stata approvata la proposta di deliberazione: legge regionale 18/99 articolo 12. Proposta di approvazione schema definitivo Piano di tutela dell’ambiente marino e costiero di cui all’articolo 41 della legge regionale 20/2006 per l’ambito 15 unità fisiografiche “Golfo del Tigullio”, “Baia del Silenzio” e “Riva Trigoso”.
Il Piano è il primo passo di un organico progetto di tutela della costa che analizzerà e introdurrà norme per le diverse aree omogenee dell’intero arco ligure.
L’oggetto principale del documento è la necessità di tutelare le spiagge colpite dall’erosione e le coste alte, spesso segnate da frane e smottamenti, individuando zona per zona i sistemi migliori di intervento compatibili con la tutela dell’ambiente. Per la zona interessata non si prevedono nuovi pennelli o nuovi interventi invasivi ma prevalentemente il ripascimento artificiale delle spiagge erose individuando anche i volumi necessari e la granulometria del materiale da aggiungere per garantire il massimo di stabilità alla costa. Per le zone di costa alta si fa riferimento a quanto previsto dalla normativa dal Piano di Bacino adattata alle caratteristiche peculiari dei siti esaminati. Per Chiavari, dove barriere artificiali già esistono, si prevede di ridisegnare le scogliere al fine di rendere il sistema di difesa dalle mareggiate più efficace e meno impattante. Per la zona di Lavagna, dove le mareggiate in passato sono arrivate a danneggiare la linea ferroviaria, si prevede l’ampliamento della spiaggia attraverso un ripascimento artificiale. La parte fra Sestri Levante e Punta Manara sarà invece interessata da norme sugli ormeggi finalizzate alla difesa della prateria di posidonia. Per la Baia del Silenzio non sono previsti ampliamenti della scogliera a difesa del golfo. Anche per Riva Trigoso gli interventi si limiteranno al ripascimento artificiale della spiaggia esistente.
– NEL PIANO DI TUTELA DELL’AMBIENTE. MARINO E COSTIERO 15/ott/2012. AMBITO COSTIERO 15. Unità fisiografiche Golfo del Tigullio, Baia del. Silenzio e Riva Trigoso. ART. 41 LEGGE REGIONALE N° 20/2006. Relazione sulla vegetazione delle spiagge (RV) vi è scritto che bisogna tutelare alla foce del fiume Entella – Nome sito – Genova IT1333307 codice 1210 la vegetazione annua delle linee di deposito marine costituita da Cakile marittima, Beta vulgaris, Salsola kali,Atriplex ssp., Polygonum maritimum, P. robertii, Euphorbia peplis, Elymus repens, Glauciumflavum, Euphorbia paralias, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa .
Sempre in questo documento viene detto.” d’altro canto non risulta accettabile il definitivo declino di questi aspetti floristici in quanto :
– è necessario, per la salvaguardia della biodiversità, ripristinare e mantenere una solida rete ecologica di siti che assicurino continuità biogeografia alle specie di questa flora.
– la flora delle spiagge può rappresentare una risorsa in quanto elemento di qualificazione dell’offerta turistica, ricreativa e formativa: molte specie hanno indubbi pregi dal punto di vista estetico; con i loro adattamenti morfologici e fisiologici offrono inoltre interessanti spunti di osservazione a carattere didattico-naturalistica
Ed inoltre , sempre in questo documento, viene detto “in provincia di Genova è da segnalare una iniziativa del Comune di Lavagna che con Delibera della Giunta n 279 del 2007 ha dato Indicazioni per l’individuazione e la salvaguardia delle aree costiere caratterizzate dalla presenza del Giglio Marino (Pancratium maritimum )”
Per essere coerenti con detto documento si vuole costruire una colmata (ina) in modo da distruggere questa risorsa da proteggere come dal piano sopra citato !!!!!!!!!!!
Vi è una netta differenza tra quanto viene fatto per raggiungere consenso e spazio sui media e quanto viene fatto per ubbidire alle “indicazioni”, se non proprio ordini, che vengono da chi comanda in Regione.
Vorrei ricordare, a proposito di coerenza sulla gestione ambientale, che la Lista di Vaccarezza nel 2004 attaccò pesantemente la Mondello per la Maricultura, ora invece approvano un aumento della maricultura passando da 8 a 12 vasche alla faccia delle vecchie battaglie.
Forse sono stati fulminati sulla via di Damasco o, molto più probabilmente, prima era solo uno strumento elettorale ed ora mostrano la loro vera faccia.
Preliminarmente mi faccio portavoce di quella parte dell’uditorio che, sapendo di non sapere, così come ha apprezzato il puntuale e documentato intervento di Biagioni, non altrettanto può dire dell’avara risposta di Leonardo, per di più riproduttiva di una mera notizia d’agenzia anzichè di citazioni documentali.
Inoltre, ad ulteriore comprova della prevedibile dannosità dell’opera a commento – dannosità riconosciuta recentemente dallo stesso attuale Sindaco di Lavagna, come ben ha ricordato anche Stefano, a proposito dell’intervenuta modifica della diga foranea – osservo che non può non essere citato quanto risulta in modo chiaro ed incontrovertibile a pag 92 della Relazione generale al Piano di Bacino approvato con DCP n. 3 del 29.1.2003 e succ. modif. a proposito del litorale chiavarese:
“Si può notare come l’intervento dell’uomo abbia modificato non solo la morfologia del litorale chiavarese ma abbia influenzato, e non con pochi problemi, l’apparato fociale e deltizio dei fiumi.
Studi storici mostrano come sino al 1820 la linea di riva fosse costantemente in fase di avanzamento. Il materiale fluviale veniva smistato verso E andando a ripascere il litorale di Lavagna. Con la canalizzazione dell’Entella l’apporto solido però diminuì e s’instaurò una fase erosiva, con approfondimento dei fondali, e una deriva litoranea da W verso E. Fu in questo contesto che ad Est della foce del Rupinaro, nel 1963, venne costruito il porto di Chiavari, ed a Est dell’Entella il porto turistico di Lavagna. Questo interferì non solo sulla deriva litoranea, spostandola al piede della diga foranea, ma funzionò da trappola sedimentaria sottraendo materiale al bilancio sedimentario. Furono così necessari una serie di interventi e opere (scogliere, dighe e pennelli) per ovviare alle interferenze apportate dalla costruzione del porto”.
Orbene se così è, ed è unanimemente risaputo e condiviso dalla P.A., la domanda che ancora attende convincente risposta non può che essere sempre la stessa, e cioè: perchè la P.A. non dà attuazione all’esistente progetto di adeguamento in sito dell’attuale depuratore anzichè avventurarsi in faraonici e prevedibilmente dannosi progetti?
E se è vero, com’è vero, che le risposte finora date dalla P.A. si commentano da sole (insufficienza di spazio, eccessiva onerosità delle opere di scavo), così come si commenta da sola la boutade del perchè l’adeguamento non l’abbia fatto la precedente amministrazione, sarebbe in tal caso oltremodo opportuno che la risposta, una volta per tutte autenticamente convincente ed incontrovertibile, pervenisse al più presto.
Ciò onde evitare di impiegare tempo ed energie nel fare inutili “carte”, ed eventualmente dannose “opere”, i cui costi, gravanti comunque sulla collettività, difficilmente finirebbero, tra l’altro, per non divenire oggetto di attività investigativa da parte della magistratura contabile, con le ben note conseguenze.
Veramente, sig. Cozzolino, il sig. Leonardo, non ha scritto una mera notizia d’agenzia, ma ha citato un documento ufficiale della Regione Liguria. E questo dovrebbe essere più che sufficiente. Coloro che visiteranno il sito indicato dal sig. Leonardo, potranno, quindi, appurare di persona l’attendibilità della notizia . Sto provvedendo ad estrapolare ulteriori dati che comprovino come la colmata e la maricoltura ampliata potranno distruggere il litorale e le spiagge.
Evidentemente, gentile Biagioni, sono stato frainteso.
Non intendevo affatto revocare in dubbio nè l’autenticità nè la genuinità della citazione bensì solo affermare che Leonardo ha trascritto il comunicato stampa della Regione Liguria del 25.9.2012 relativo all’avvenuta approvazione con deliberazione consiliare (poi pubblicata sul BURL n. 42, Parte II, del 17.10.2012, a pag. 10 e segg., consultabile integralmente sul web) del Piano di tutela dell’ambiente marino e costiero per l’ambito n. 15 (parimenti consultabile integralmente sul web digitando ‘ambienteinliguria.it’ e cliccando prima su ‘servizi on line’ e poi su ‘piani e programmi’) senza alcuna citazione testuale dei contenuti del Piano stesso di possibile interesse di questo uditorio.
Nella delineata ottica mi sono pertanto determinato a trascrivere io stesso, qui di seguito, ciò che mi sembra, invece, assolutamente dirimente della questione in discussione.
E ciò non solo per l’autorevolezza della provenienza (l’unanime Consiglio Regionale della Liguria) ma anche per la chiarezza del precetto così come si legge, tra l’altro, nel citato Piano, Relazione sul Paraggio Foce Entella – dal porto di Chiavari al porto di Lavagna, pag. 22:
“Per quanto riguarda il paraggio in oggetto gli interventi dovranno essere volti al mantenimento della configurazione morfologica attuale e all’utilizzo del surplus di sedimenti immessi dall’Entella come materiale da destinare alle spiagge dell’unità fisiografica (dalla Punta di Portofino a Punta Baffe n.d.r.) etc”.
“Occorre rimarcare che tali interventi, oltre a ripristinare artificialmente un equilibrio rotto dalla costruzione dei porti turistici, sono anche utili a mantenere l’officiosità idraulica della foce dell’Entella, che altrimenti andrebbe a diminuire nel tempo per effetto del graduale spostamento verso mare della barra di foce dovuto al deposito dei sedimenti”.
“Il miglioramento della qualità delle acque di balneazione necessita di risanamento delle acque fluviali dagli scarichi civili ancora non collettati alla rete fognaria”.
Ciò per citare solo i passi più significativi del capitolo finale ad oggetto “Misure di intervento”.
Tra le quali “misure” l’eventuale, inopinata previsione di una colmata – qual’è oggi quella progettata dalla P.A. – sarebbe suonata come una vera e propria contraddizione in termini tale da rendere, a tutta evidenza, inattendibile il documento stesso.
Documento che, invece, come detto, il 25 settembre u.s.ha riscosso il convinto consenso del Consiglio regionale che ne ha approvato, addirittura all’unanimità, sia la lettera sia il contenuto.