CHIAVARI-Stabilire se la soppressione del tribunale cittadino sia giustificabile in termini di economicità delle pubbliche risorse non è affar semplice. Da un lato si sono ascoltate durante il governo Monti motivazioni secondo cui la serrata del palazzo di giustizia chiavarese sarebbe inevitabile in tempi di spending review. L’ex ministro Paola Severino fu irremovibile, nonostante forti pressioni politiche finalizzare al mantenimento della sede in città non lasciò margini di ripensamento. Dall’altro si assiste da mesi ad una mobilitazione senza precedenti degli operatori di giustizia, giunti ad occupare con tende e fornelletti da campeggio la nuova struttura futurista tra via Brizzolara e corso De Michiel. Gli avvocati si sono improvvisati pubblici ministeri, pronunciando quotidiane requisitorie, riprese acriticamente dalla stampa locale, contro le presunte scelleratezze della Severino. Posizioni comunque rappresentative di interessi parziali, quel che latita al momento è un giudizio terzo e indipendente formulato, per esempio in ambienti accademici, sull’analisi della situazione corrente e previsionale di una logistica connessa alla giustizia. Il governo Monti tagliò un certo numero di tribunali nazionali (non solo il chiavarese, dunque nessuna crociata contro gli operatori levantini) per recuperare risorse da destinare ad altri capitoli di spesa al fine di rilanciare l’economia nazionale. Gli avvocati barricaderi rivieraschi si oppongono alla scure della Severino per difendere l’antico privilegio (sia detto letteralmente senza alcun giudizio di merito) di avere aule e uffici giudiziari sotto casa, l’improvvisa immolazione sul fronte della pubblica spesa appare un esercizio di strumentale retorica. Nella partita tra ministero e operatori di giustizia si profila ancora una volta contraddittoria la posizione dei rappresentanti politici, onorevoli e non. Le sorti della riorganizzazione nazionale dei tribunali non è più nelle mani del ministro Severino ma in quelle di Annamaria Cancellieri, che nel governo Monti fu collega dell’ex guardasigilli. Cancellieri è un’esponente di comprovata rilevanza del governo Letta, esecutivo sostenuto da Pd e Pdl, i partiti che – per contro dei loro rappresentanti locali e non – sostennero le rivendicazioni degli avvocati del foro chiavarese. Coerenza vorrebbe che il tema della riorganizzazione dei tribunali fosse ora stornato dall’agenda politica, creando le condizioni per la smobilitazione degli occupanti del nuovo palazzo in acciaio e cristallo. Ma Pdl e Pd non appaiono disposti a porre la questione come dirimente, ben altre sono le partite in gioco. Si traccheggia dunque a vista iniziativa dopo iniziativa, mal che vada i maggiori protagonisti della protesta chiavarese potranno garantirsi una certa visibilità mediatica. Non si butta via niente.
lPod
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