SESTRI LEVANTE-Ore 13.30 di giovedì 3 ottobre, carruggio di Sestri. Sono seduto nel tavolino all’Asia cafè, di fronte a me una coppia di stranieri ed una famiglia giovane di italiani. In giro poca gente, la temperatura è gradevole, il sole illumina le case ma non ti acceca. Insomma, il posto ideale per uno spuntino. Ascolto due tizi dentro al locale, lui ordina pesce spada alla ligure e un bicchiere di bianco fresco. Avrà sessant’anni, portati bene. Parla con un altro, totalmente ignari che qualcuno ascolti. Lamentano l’assenza di turisti in città. Dicono che Sestri è a metà strada tra Genova e le 5 Terre e che qui dovrebbe esserci un gran movimento in una giornata del genere. Come a Levanto dice uno. Ieri il treno che arrivava da Spezia si è svuotato. Là sì che sanno fare turismo, commenta. Questo è il risultato della politica delle seconde case, replica l’altro. Sestri Levante, Tigullio. Voci raccolte per strada. Eppure qui si respira ancora l’estate, i ragazzi camminano scalzi con la sabbia appiccicata alle caviglie. Qualche turista passa, inglese e tedesco si confondono nel vociare sestrino. Il turismo è qui, nonostante tutto. Chiavari agonizza, Lavagna è morta. Le seconde case sono chiuse, come le prospettive turistiche di una Riviera che fatica. Seconde case figlie della speculazione edilizia, cimiteri di cemento senza un’anima.
Scritto con il telefonino, siate clementi…
Lorenzo Podestà
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.