LAVAGNA-Dunque Mauro Caveri si candida a sindaco. La notizia è stata diffusa l’altro giorno e non coglie sorpresi. Le voci che lo volevano in overdose di politica dopo una vita trascorsa in consiglio comunale si sono rivelate prevedibilmente infondate. Al Caveri in crisi di vocazione dalla stanca liturgia amministrativa costellata di delibere di giunta e determine dirigenziali non ha d’altronde creduto nessuno. Eppure il bancario specialista nella valutazione economico-finanziaria di aziende alla ricerca di liquidità non ha mai ammesso d’essere interessato alla successione di Giuliano Vaccarezza, quando anch’io gli chiesi conto di una candidatura che pareva inevitabile ricevetti parole di circostanza e nulla più. Viene in mente Ecce Bombo, un Moretti giovanissimo si crucciava se fosse meglio non partecipare ad una festa o aderirvi standosene un po’ in disparte con aria tatticamente tormentata. “Mi si nota di più se vado o se non vado?” Caveri alla fine non ha resistito e ha sciolto le riserve, posto che realmente ne abbia mai avute. Niente primarie, però. Candidatura diretta senza investitura della base, la Federazione tigullina del Pd è refrattaria alla consultazione popolare. Ormai è chiaro. Non le ha fatte Giorgio Viarengo a Chiavari nel 2012, non le ha fatte Valentina Ghio a Sestri Levante nel 2013, non le farà Mauro Caveri a Lavagna nel 2014. Eppure il Partito democratico ha puntato molto sulle primarie per offrire di sé un’immagine aperta e moderna, da contrapporre fieramente (non senza ragioni) all’oligarchia fideistico-adulatoria del Popolo delle libertà. L’unica ad averle apertamente invocate è stata Valentina Ghio, ma l’assenza di avversari di coalizione l’ha privata di un’investitura a larghissimo suffragio parsa in ogni caso mai in discussione. Non le ha volute invece Giorgio Viarengo, che ha posto la designazione diretta quale condizione per sfidare Vittorio Agostino e Roberto Levaggi. Caveri per ora non parla, dovendo forse assorbire il fastidio per l’alternativa alla sua persona rappresentata dall’assessore Lorenzo Dasso avanzata dai renziani. Il vice sindaco dovrà vedersela – par di capire – con il rappresentante del Pdl, Mario Maggi. Un nome che divide prima ancora di essere ufficializzato, in ogni caso destinato al ruolo di (onnipresente) comparsa. Meglio potrebbe andare all’immobiliarista Giuseppe Sanguineti, area dichiaratamente civica ma con con mani e piedi nel centro destra, professionista del cemento a lungo in affari tanto con l’amministrazione Vaccarezza quanto con la giunta Mondello. Mauro Caveri, dopo averlo avuto in Comune quale proponente di (discusse) varianti urbanistiche, se lo trova oggi quale agguerrito avversario. Come pure dovrà vedersela con il grillino Alessandro Lavarello e il super civico Piergiorgio Ravaioni, candidati cui il sondaggio commissionato da Sanguineti (dunque da prendere doverosamente con le molle) non dà alcuna chance. Caveri in ogni caso c’è. Il suo nemico numero uno sembra essere l’assenteismo, specie dell’elettorato di sinistra che – dopo aver auspicato con vivace entusiasmo la svolta Vaccarezza dopo gli anni bui dell’amministrazione Mondello – si è trovata di fronte grigi burocrati incredibilmente spogliati di ogni tensione identitaria, incapaci perfino di evitare lo scempio dell’intitolazione della nuova caserma forestale ad un repubblichino. Nessuno pretendeva che il Municipio di Lavagna diventasse l’Isola di Wight, ma neppure il ricettacolo di funzionari ossessionati dalla governabilità in nome della propria (interessata) permanenza al potere amministrativo.
Lorenzo Podestà
Eh, già
“professionista del cemento a lungo in affari tanto con l’amministrazione Vaccarezza quanto con la giunta Mondello.” Infatti amci mi dicono che a Lavagna è noto come (…) Dai berodi rossi.. a più cemento per tutti..
Ora come ora tra gli avversari di Caveri l’unico che ha qualche chance è proprio il vituperato Sanguineti, del resto, con l’affacciarsi dei grillini nel panorama lavagnese, la vedo dura che, qualora eletto, possa anche solo pensare di fare qualche intrallazzo pena essere messo alla gogna sulla pubblica piazza, certo come immobiliarista a più di uno scheletro negli armadi, ma del resto lo si può dire anche di altri candidati.
Ravaioni pur essendo ottima persona mi ricorda la temperatura di Caltanisetta nei telegiornali degli anni 70 ovvero non pervenuto.
I grillini , per il loro stesso ruolo, non penso che otterranno più di un paio di consiglieri ma già va bene , sono estremamente utili a controllare e “denunciare” eventuali cavolate di un’amministristrazione, il loro ruolo di “grillo parlante” è quanto mai utile.
Maggi, reduce dalle vicissitudini chiavaresi, è ormai un corpo estraneo per i lavagnesi e d inoltre le sue alleanze non sono propriamente qualificanti e gradite ai lavagnesi. Ovvero Noceti e Nucera ed il padrepadrone Garibaldi, che dall’alto lo consiglia pensando a colmate e piani di bacino da lui votati in Regione e che, mi dicono, abbia approvato in commissione lo stesso Maggi, quando era in Provincia.
In ultimo lo stesso Caveri, forte dell’imprimatur burlandiano, dovrà riuscire a spiegare ai cittadini come si possono coniugare dichiarazioni volte alla ricerca del cambiamento mentre si continua ad accettare ed appoggiare scelte imposte da Genova quali COLMATA e MEGADEPURATORE, ABBATTIMENTO DI UN PONTE, DIGA PERFIGLI VER. 2.0.:
Viene da chiedersi dov’è stato negli ultimi dieci anni, visto che in Comune c’era pure lui con Vaccarezza quando hanno fatto crollare la differenziata e continuato a subire i dictat del “padrone” del Porto, padrone che in realtà è solo un concessioario ma da padrone si è sempre comportato, inoltre molti ricordano le dichiarazioni con le quali attaccavano la Mondello per le 8 vasche dell’acquacultura, promettendone lo spostamento, ed ora le vasche sono sempre e sono pure aumentate.
In ultimo sentire che è esperto di valutazione delle aziende lascia un po’ perplessi, visto che lui ha contribuito, come vice sindaco, al pesantissimo indebitamento del Comune di Lavagna che si aggira intorno ai 25 MILIONI DI EURO.
Questo qualora non uscisse il proverbiale coniglio dal cappelo che sovvertirebbe ogni prognostico ma sinceramente la vedo dura che un qualsiasi esponente della società civile con i giusti requisiti, voglia impelagarsi nella gestione di un comune che presenta non poche criticità a partire dal Bilancio per passare da porto e sicurezza, senza dimenticare la GfF che è già venuta ad acquisire carte ben due volte.
I giochi lavagnesi sono quindi più che aperti è la vittoria avverrà sul filo di lana
Il buon Caveri, anche nella sua grigia realtà, sta dormendo sonni tranquillissimi, anzi qualcuno mi diceva che ha preso qualche kiletto tanto è rilassato,
Temeva che il disastrato e caotico centrodestra lavagnese si unisse ed invece, nonostante qualche ottimista abbia fatto appelli all’unità, andrà a finire che il massimo che tireranno fuori dal cilindro sarà Maggi, un politico di lungo corso che sembra ormai giunto al culmine della sua parabola discendente e che, mi dicono, sia riuscito a far arrabbiare anche i suoi ex compari di partito.
Ravaioni continua ad avere pochissime possibilità e Sanguineti se non trova un alleato forte non può farcela da solo, magari sperando in una diaspora dei Forzisti che non si riconoscono in Maggi sponsorizzato da NCD e da Scadroglio e Grillo (quello di Spezia).
I 5 stelle poi faranno sicuramente un risultato buono, ovvero almeno un consigliere, ma di più non possono pretendere.
Alla fine chi ne trarrà i maggiori vantaggi sarà ovviamente Caveri, con l’elezione già in tasca, e Garibaldi che in un modo o nell’altro eliminerà un possibile concorrente alle regionali e garantirà la continuità ai progetti sulla piana.
Vedremo ripetersi quanto successo nel 2004 e nel 2009, dove il centro destra della Mondello fu ampiamente aiutato a perdere dagli stessi amici del giorno prima.
Chi perderà sarà sicuramente la città consegnata per altri 10anni a chi la governerà in nome degli interessi di IREN e di Genova.
Ieri sera, in sala Campodonico, quando si parlava di Colmata, il silenzio del candidato sindaco Caveri è stato assordante.
Hanno gettato in pasto alla platea il Sindaco Vaccarezza e l’assessore Briano ma colui che avrebbe avuto l’obbligo morale di dire qualcosa ai cittadini, ovvero il candidato sindaco, si è ben guardato dal parlare.
Caveri ha l’elezione in tasca grazie all’assenza di un forte avversario e alla divisione che è avvenuta nel centrodestra cittadino, quindi sicuramente può dormire sonni tranquilli…
Da una parte Mario Maggi, l’ex consigliere ,politico per professione, tornato a Lavagna nel primo rimpasto della giunta Levaggi e oggi politicamente disoccupato; dall’altra Pino Sanguineti e il gruppo consiliare Ripartiamo da Lavagna, unito in consiglio ma diviso nel momento decisivo di formare una lista forte. Di fatto ne uno ne l’altro riusciranno a spuntarla. Una domanda: perchè non sono state fatte delle primarie all’interno del centrodestra, come fatto a Sanremo per esempio, per scegliere un unico candidato di tutta l’area, cercando una valida e forte alternativa all’attuale amministrazione?
Gli altri candidati in lizza sia Lavarello che Ravaioni potranno attaccare Caveri quanto vogliono su Colmata, depuratore, abbattimento del ponte e ultimi 5 anni di amministrazione (fallimentari sotto diversi aspetti), ma sono poco conosciuti in città e appaiono politicamente troppo deboli per vincere. Il silenzio inoltre, di una certa Gabriella Mondello (che a oggi non si schiera ufficialmente) fa molto pensare ad un suo appoggio al vicesindaco uscente sul modello dell’attuale alleanza burlandiana.
Un vero peccato per chi vuole un cambiamento forte alla guida della città che inevitabilmente tristemente e comodamente si potrà rifiugiare nell’astensionismo. L’ormai unico vero vincitore di tutte le ultime tornate elettorali.
E invece no, signor “Elezione in tasca…”, a me pare che ci siano tutti i presupposti affinchè l’elettorato lavagnese rifugga questa volta dall’astensionismo. Non foss’altro per aderire all’auspicio del Sindaco di Lavagna secondo il quale il 2014 sarebbe stato l’anno del referendum, con ciò riferendosi, ovviamente, all’attuale tornata elettorale. Sull’esito della quale non potranno non influire – tra le altre – le seguenti circostanze:
1) per quel che riguarda la colmata è tuttora pendente in Regione il procedimento di annullamento in autotutela della deliberazione della Giunta Regionale n. 157/2013 relativa all’approvazione dello schema del protocollo d’intesa avvenuta in violazione del Piano di Tutela dell’Ambiente Marino e Costiero dell’ambito 15, con riferimento all’art. 42, comma 1 dello Statuto regionale; procedimento avviato il 26 marzo u.s. e al quale hanno aderito con la loro sottoscrizione 119 persone nel corso del Convegno “Giù le mani dal fiume Entella” organizzato dall’omonimo comitato e tenutosi a Lavagna il giorno 12 aprile;
2) quanto all’abbattimento-ricostruzione del Ponte della Libertà sull’Entella è recente la notizia che il Consiglio Comunale di Chiavari ha espresso all’unanimità il proprio dissenso;
3) circa la c.d. diga Perfigli è altresì recentemente emersa la violazione da parte dell’Amminstrazione provinciale dell’art. 6 della legge regionale n. 28/2009 che commina la nullità (come tale insanabile e azionabile in ogni tempo) dei provvedimenti di approvazione di progetti (e tra questi la riapprovazione del progetto definitivo in questione con deliberazione del Commissario straordinario n. 123/2013) che interessano i siti della rete Natura 2000 (e tra questi quello dell’Entella in questione) “senza la previa Valutazione di incidenza” che “costituisce parte integrante del procedimento ordinario di autorizzazione o approvazione”;
4) con riferimento, infine, alla recente sottoscrizione del Protocollo d’intesa tra Enti pubblici per il prolungamento di Viale Kasman fino a Rivarola di Carasco valgono le medesime argomentazioni di cui al n. 3 con l’ulteriore, gravosa precisazione che -secondo notizie di stampa – d’ora in avanti, l’Unione Europea, per economia procedimentale, finanzia solo opere condivise dalla popolazione.
Ad maiora, quindi, e sù con il morale!