La crisi che stiamo vivendo è stata sovente rappresentata come un fenomeno naturale imprevedibile: un terremoto, uno tsunami. Oppure come un incidente capitato a un sistema, quello finanziario, che di per sé funzionava perfettamente. In realtà è stata il risultato di una risposta sbagliata, di ordine finanziario, che la politica ha dato al rallentamento dell’economia reale in corso da lungo tempo. E non, come afferma Bruxelles, il prodotto del debito eccessivo che gli Stati avrebbero contratto a causa della crescente spesa sociale. Al contrario è stato favorito lo sviluppo senza limite delle attività speculative dei grandi gruppi finanziari. Avere lasciato il potere di creare denaro per nove decimi alle banche private è un difetto che sta minando alla base l’economia. E questo con la complicità dell’intero sistema politico e finanziario (la Bce, la Fed, la Banca d’Inghilterra, i fondi speculativi e quelli sovrani, i governi e la Commissione europea). Poche decine di migliaia di individui, i responsabili, contro decine di milioni di vittime. Senza contare che per rimediare ai guasti del sistema finanziario le politiche di austerità stanno generando pesanti recessioni: nell’intento di proseguire con ogni mezzo la redistribuzione della ricchezza dal basso verso l’alto in atto da oltre trent’anni (Nota pubblicata dall’editore)
Scheda
Titolo: Il colpo di Stato di banche e governi. L’attacco alla democrazia in Europa
Anno pubblicazione: 2013
Editore: Einaudi
Autore: Luciano Gallino
Pagine: 351 pagine
Collana: Einaudi. Passaggi
Prezzo: euro 16,15 (amazon.it)
ISBN-10: 8806213407
ISBN-13: 978-8806213404
Grazie per la recensione
Mah, sarà la deformazione professionale che mi ha sempre portato a considerare la sintesi nell’interno di una logica tecnico-pragmatica, ma ho sempre ritenuto che la cosiddetta ingegneria finanziaria di questi ultimi decenni, sia nata unicamente per la salvaguardia del “sistema” in una logica capitalistica. I motivi – secondo me – sono tre:
1) Una terza guerra mondiale potrebbe costituire la fine parziale se non totale dell’intero pianeta. Di qui la necessità di “internazionalizzare” il più possibile il capitale di tutti i capitali nazionali al fine di scongiurare la guerra e renderla “non conveniente”.
2) La nascita delle nuove potenze, soprattutto Cina e India dalle economie in forsennato “progress”, hanno, di fatto, sottratto interi mercati alle potenze europee occidentali. In altre parole stati e staterelli un tempo costituenti considerevoli territori prima da “depredare”, poi da costituire un bacino esportativo per le potenze occidentali, URSS compresa, sono ora in grado – dopo essersi affrancati – di competere con le stesse potenze.
3) La crisi economica esplosa nel 2008 con il fallimento della Banca d’Affari Americana Lehman Brothers e il conseguente crollo del mercato dei mutui americani, i “famigerati subprime”, è stata attribuita ad un mancato controllo da parte delle autorità americane e potrebbe essere anche vero. La verità – secondo me – potrebbe però essere diversa, ovvero essere complessivamente considerata come un “incidente di percorso” derivante dal sistema e non, come afferma Bruxelles riferendosi alla crisi in generale, come “il prodotto del debito eccessivo che gli Stati avrebbero contratto a causa della crescente spesa sociale” che non c’entra un fico secco ! concordando con la nota dell’editore. Di qui la necessità di una ingegneria finanziaria più sofisticata, ma soprattutto più attenta….nonostante il mio liberale scetticismo.