Recentemente ho partecipato ad un incontro pubblico il cui relatore unico era Enrico Fenzi, ex docente di Letteratura italiana all’Università di Genova, ritenuto (secondo me a torto) uno degli ideologi delle Br. A fine serata un contestatore lo ha incalzato con una furiosa intemerata. L’uomo ha sostenuto che le Br agissero in nome di un’ideologia – la rivoluzione armata anti capitalista, per dirla in estrema sintesi – che intendeva sostanzialmente rappresentare i bisogni del proletariato. Il problema è – questa la tesi del contestatore – che alla stragrande maggioranza delle tute blu interessava solo migliorare la propria condizione di lavoro in fabbrica, comprare la macchina nuova e fare le vacanze con la famiglia una volta l’anno, altro che rivoluzione armata. Un’ideologia sovversiva basata su presupposti totalmente infondati, dunque. Credo avesse ragione: occorre guardare la realtà con onestà. Al popolo italiano le rivoluzioni non piacciono, troppe energie mentali da investire. Meglio aspettare qualcuno che decida, non importa sia Mussolini, Berlusconi o Renzi. Basta che decida di fare qualcosa, togliendo al popolo la scocciatura di pensare.
Lorenzo Podestà
Già. Penso anch’io che il popolo italiano sia fatto di una pasta particolare, ovvero che la sua rappresentazione plastica sia quella amaramente raffigurata dal Crozza di “italialand” piuttosto che dal new entry Anzalone. Si potrebbe discutere a lungo sul perché e sul percome personaggi come Razzi, Scilipoti, De Gregorio dalle “vis” particolari, solo per citare i più comici, siano arrivati alla politica….e ci siano rimasti grazie ad una legge immonda che glielo ha permesso. Capisco l’ex “chevalier”, recentemente….disarcionato – come direbbe il “fustigatore” de “La Repubblica” prof. Franco Cordero – che abbia la necessità di difendere il malloppo con le unghie e coi denti, ma non capisco il prof. Fenzi che pensava, dico pensava, che il popolo italiano potesse pensare – passatemi la ripetizione – di fare la rivoluzione….