Oggi il manicomio non è più costituito da fasce, muri, sbarre, ma è diventato astratto, invisibile. Si è trasferito direttamente nella testa, nelle vie neurotrasmettitoriali che regolano i pensieri. Il vero manicomio, oggi, sono gli psicofarmaci. Stiamo oltretutto assistendo a una vera e propria mutazione antropologica: agli psichiatri, e alle case farmaceutiche, non bastano più i malati da curare, ma servono anche i sani. Lutto, tristezza, rabbia, timidezza, disattenzione, non sono stati d’animo fisiologici, ma patologie da curare con il farmaco adatto. Cipriano sottopone a una critica severa i principali dogmi della psichiatria «moderna»: a cominciare dalla diagnosi, ovvero l’urgenza burocratica di considerare «malattia» qualunque disagio psichico, a cui segue l’immancabile prescrizione di un farmaco. E quando i farmaci non sono sufficienti, ritorna l’uso nascosto delle fasce e dell’elettrochoc. È questo il nuovo manicomio, meno appariscente, più discreto, in cui diagnosi e psicofarmaco dominano la scena (Nota pubblicata dall’editore)
Scheda
Titolo: Il manicomio chimico
cronache di uno psichiatra riluttante
Anno pubblicazione: 2015
Editore: elèuthera
Autore: Piero Cipriano
Pagine 256
Prezzo € 15,00
EAN 9788896904701
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.