Se è vero che la grande arte ha sempre in sé qualcosa di anarchico, di critica dell’esistente, di contestazione dell’ordine sociale dato, il cinema ha sempre avuto due anime: quella consolatoria, ovvia, tesa a intorpidire le menti (prevalente), e quella non conciliata, provocatoria, critica del «mondo così com’è» (minoritaria). Ed è di quest’ultima che si occupa Fofi, di quel cinema che ha cercato l’oltre e il fondo, che ha esplorato territori e linguaggi capaci di mettere a nudo ogni maschera del potere, ogni cultura dell’accettazione, ogni mercato dell’intelligenza e dell’immaginazione. Tanti gli esempi di questo rapporto diretto o indiretto tra cinema e anarchia che possono essere rintracciati in film e registi sia del passato, a partire da maestri come Vigo e Buñuel, sia del presente, in autori come Kaurismäki, Ōshima o Ciprì e Maresco. Ne viene fuori un sorprendente affresco che ci dà conto di quell’inesausto filone della sfida e della grazia che continua sotterraneamente ad agire nel cinema del nostro tempo (Nota pubblicata dall’editore)
Scheda
Titolo:Il cinema del no
visioni anarchiche della vita e della società
Autore: Gofredo Fofi
Anno pubblicazione: 2015
editore: eleuthèra
Pagine 112
Prezzo: € 10,00
EAN 9788896904756
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