(…) la dignità del lavoro, un welfare che si prenda cura di tutti, una scuola e un‘università che rispettino il valore degli insegnanti e la centralità degli studenti, la possibilità di allargare i diritti e pretendere il rispetto dei doveri, tasse più giuste e progressive, una vera parità di genere (…)
Questo è uno stralcio del discorso di Piero Grasso a Roma. Mi chiedo cosa il Pd possa non condividere di queste parole, perché sia stato necessario un nuovo soggetto politico a rappresentarle. Mi chiedo soprattutto quali siano, se non queste, le tematiche che interessino il Pd. Restiamo machiavellicamente lucidi. Lo scenario sociale prima che politico riconosce il capitalismo quale modello (sociale prima che politico) in cui agitare le proprie misere vite. Osserviamo soprattutto i giovani, le loro scarpe, il loro cibo. Non è il tempo nel quale incardinare un processo rivoluzionario anticapitalista (ma è praticabile? Io non ne sono del tutto convinto in difetto di solide alternative) che abbia aspirazioni di successo. E chi lo fa? Rifondazione comunista? I Comunisti italiani? La Fiom? La Tavola della Pace? Il mercato equo e solidale? Lotta comunista? Resta la testimonianza ultraminoritaria del voto o non voto di gruppi anticapitalisti. Va bene, d’accordo. L’Utopia e l’eretismo sono mia sorella e mio fratello. Ma saremmo (siamo) votati ad un’eccitatissima irrilevanza. Grasso propone un’alternativa a Renzi dentro lo scenario capitalista, chiaro. Mi chiedo se sia giusto ignorarla. Me lo chiedo perché al momento non so darmi una risposta.
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