Dobbiamo intenderci. Se si desidera celebrare come si sta facendo il Futurismo nulla ho da eccepire sul piano squisitamente artistico. Ogni movimento che susciti l’interesse anche solo di chi l’abbia concepito merita attenzione. E la merita a maggior ragione chi, é il caso del Futurismo, abbia realmente impresso una decisa svolta alla maniera d’intendere non solo l’arte, ma la vita. Non credo accettabile condizionare il giudizio critico su un’avanguardia artistica con l’utilizzo politico che se ne fa. In quest’ottica, nulla più del Futurismo marinettiano è foriero di fraintendimenti e strumentalizzazioni. Il tema dell’antico conflitto intellettuale è il rapporto tra il Futurismo e il Fascismo. Non mi dilungo ritenendolo argomento ben noto. La questione l’ho da tempo risolta in me scindendo nettamente il Marinetti artista dal Marinetti politico. Si dirà, sono un tutt’uno. Certamente, non v’é dubbio che la sua lirica abbia influenzato i rapporti tra il movimento di cui è stato principale fondatore e il Fascismo. Ma proprio per questo è necessario studiare il Futurismo scorporandolo dall’utilizzo che il Fascismo ne ha indubitabilmente fatto. Mussolini ha utilizzato il Futurismo, non lo ha ispirato. Corrisponde al vero che Marinetti abbia coltivato una costante relazione con il Duce, ma lo è altrettanto che quest’ultimo certo non poté condizionarlo nella febbrile ricerca di un’alternativa al tepore artistico d’inizio ‘900. Con tali argomenti sapientemente confusi, qui appena necessariamente accennati, la celebrazione del Futurismo è talvolta velata da seconde intenzioni, ovvero riaccreditare attraverso Marinetti l’operato del Fascismo mediante una furbesca, quanto grossolana, operazione di narrazione artistico-storica di un rapporto che é assolutamente improprio legare al Manifesto Futurista. Sarebbe come a dire che il Razionalismo architettonico sia merito del Duce, che il Fascismo lo abbia ispirato. Nulla di più falso. Mussolini lo ha solo utilizzato, come accadde appunto con il Futurismo, per finalità funzionali al proprio progetto politico. Si parli dunque del Futurismo, lo si celebri se si ritiene giusto farlo. Ma non lo si adotti quale pretesto costituzionalmente percorribile per riaccreditare il Duce.
Lascia un commento
Devi essere connesso per pubblicare un commento.