“Ci vorrebbero di nuovo i forni crematori come una volta per questi extracomunitari di merda”. Il mio venerdì 13 di quell’ormai lontano 2015 iniziò così, ascoltando del tutto casualmente le parole di un giovane verduriere impegnato a spazzare il marciapiede dinanzi la bottega. Chiavari, otto e mezza di una mattina come le altre. Non so perché il ragazzo inveisse contro gli stranieri, quale fosse il presupposto dei suoi improperi. Posso immaginarlo. Qualche banana rubata dalle casse esposte sul marciapiede, mozziconi di sigaretta gettati a terra con assoluta noncuranza dell’urbano decoro. Ma è solo un’ipotesi. Di sicuro c’era e c’è tuttora una crescente e diffusa intolleranza verso questa gente migrante, che non può essere archiviata attribuendone le ragioni alla supposta ignoranza di coloro che la esercitano. E’ un tema, l’ignoranza, ma non è più sufficiente. La dottrina dei candidi principi cui molti illuministi secolarizzati si sono fino ad oggi ispirati per affermare posizioni sospese tra ideologia e utopia è travolta dalla contemporaneità. E proprio alla storia occorre guardare per aggiornare le nostre menti al divenire. Le grandi sciagure del mondo si sono verificate a causa dell’incapacità di cogliere appieno il senso più inquietante del cambiamento in corso. In democrazia esiste una coscienza popolare che muta il corso della storia fino a determinarla, condizionata da pensieri in cui analfabetismo sociale ed egoismo giocano un ruolo tutt’altro che marginale. Quindi attenzione. Dagli improperi mattutini del verduriere al consolidarsi di posizioni espressamente xenofobe il passo é breve. Come stranoto, ma occorre ribadirlo non foss’altro per non darsi alibi, Mussolini e Hitler presero il potere senza golpe. Il primo dopo un Biennio rosso in cui la borghesia scelse l’ordine esasperata da scioperi e caos; il secondo dopo l’immobilismo di una Repubblica di Weimar ritenuta incapace a risolvere i problemi che la Grande Guerra aveva aperti. In democrazia non si può ignorare il sentimento comune, può essere pericoloso, perfino tragico. Oggi la maggior parte del popolo italiano appare esasperata dalla forzata convivenza con un numero ritenuto eccessivo di stranieri – i numeri dicono più a torto che a ragione – refrattari ai costumi occidentali. Ignorarne il diffuso sentimento contrapponendone argomentazioni d’ispirazione radicale (o peggio stucchevolmente radical chic) costituisce la premessa all’ulteriore deragliamento delle coscienze. Salvini, Casa Pound e Forza Nuova sono pronti a capitalizzare per via democratica l’intolleranza diffusa
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