Io penso che nessuno possa imporre la convinzione che la vita sia il dono di un’entità trascendente. E soprattutto credo che a questo principio di ispirazione eminentemente religiosa non si possa orientare l’ordinamento legislativo di uno Stato espressamente laico. La vita è un evento che prescinde chi la riceva. Sta a lui o a lei decidere se sia un dono celeste o il risultato di molteplici fattori non solo biologici. Sono disposto ad accogliere… una parte delle tesi antiabortiste, pur restando convinto della legittimità della coppia di interrompere, a determinate condizioni, la gravidanza. Non posso però accettare che lo Stato rinunci ad assecondare chi, nel pieno delle proprie facoltà, decida di porre fine alle proprie sofferenze. L’eutanasia dev’essere un diritto garantito costituzionalmente, quale esercizio di una libertà estrema alla quale appellarsi dopo aver sperimentato le forme di sopravvivenza fino a quel punto possibili. Queste riflessioni al di là della vicenda di Noa Pothoven, al momento non del tutto chiara
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