C’è stato un uomo che più di altri potrebbe spiegare il doppio binario – cattolico e razzista al tempo stesso – sul quale sembra viaggiare il pensiero di molti contemporanei europei in tema d’immigrazione. E’ padre Agostino Gemelli, milanese, fondatore dell’Università cattolica del sacro cuore e dell’Istituto secolare dei missionari della regalità di Cristo e dell’Opera della regalità. Un uomo di chiesa, francescano dei Frati minori. Medico e psicologo, la cui vita fu contaminata dal Fascismo. E come Benito Mussolini, Gemelli fu in gioventù convinto anticlericale e fervente socialista. Una giovanile fiammata ideologica, che lo portò nel 1908, all’età di 30 anni e dopo cinque anni di vita in convento, a rivedere radicalmente le proprie convinzioni, peraltro mutuate da una famiglia almeno fino a quel momento massone e laicista. Le sue prime pubbliche tesi antisemite le affidò nel 1938 alla rivista Vita e Pensiero, di cui fu fondatore un paio di decenni prima, giustificando la politica antisemita del Fascismo attraverso una discutibile reinterpretazione delle posizioni neotomiste. Nel frattempo, dal 1921 padre Agostino Gemelli fu rettore dell’Università cattolica, che fin dal principio organizzò corsi di Filosofia e Scienze sociali per aprirsi in anni a seguire ad altre discipline scientifiche e umaniste. Ma la passione di Gemelli fu la psicologia, alla quale il religioso dette notevole impulso organizzando corsi per promuoverne le molteplici applicazioni mediche e sociali nella società contemporanea del Dopoguerra. Agostino Gemelli dovrà rispondere all’accusa di antisemitismo che gli venne mossa in seguito alle proprie posizioni espresse durante il Fascismo. A lui è attribuita l’adesione – tutta italiana – alla teoria dell’antiebraismo spiritualista, che affiancò – nel furore ideologico del tempo – la dottrina nazista di un antiebraismo fondato su basi biologiche. Durante i primi anni del Fascismo, da rettore della Cattolica, Agostino Gemelli ebbe a scrivere nel 1924, ricordando Felice Momigliano, ebreo, filosofo d’ispirazione socialista, morto suicida che « (..) se insieme con il Positivismo, il Socialismo, il Libero Pensiero, e con il Momigliano morissero tutti i Giudei che continuano l’opera dei Giudei che hanno crocifisso Nostro Signore, non è vero che al mondo si starebbe meglio? (…)». Una forma di razzismo, quella propugnata da Agostino Gemelli, che si può accostare all’intolleranza che sembra animare oggigiorno coloro i quali si contrappongono frontalmente agli sbarchi degli immigrati sulle coste italiane. Fondata su ragioni eminentemente spirituali, ovvero ispirate direttamente dalla propria coscienza, sostanzialmente indifferente, anche solo per mere ragioni di sopravvivenza, alle condizioni dell’immigrato. Non si tratta quindi di un razzismo fondato su ragioni biologiche, per cui sarebbe improprio proporre parallelismi tra l’intolleranza contemporanea e il fanatismo nazista. Ma annegare “incidentalmente” su un barcone respinto in mare aperto o finire scientificamente dentro un forno, determina in ogni caso la stessa sorte
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